Una comunità che si prende cura

Serve rivalutare l’approccio dell’Amministrazione nei confronti dell’esternalizzazione di servizi ad alta rilevanza sociale. In particolare per quanto riguarda i servizi relativi alle fasce della popolazione più vulnerabili è necessario che all’interno dei meccanismi di assegnazione dei bandi non vi sia una predilezione sproporzionata per il fattore economico, ma che si dia maggiore priorità alla qualità delle prestazioni che vengono presentate in sede di gara da parte dei futuri enti gestori. Inoltre, il servizio dev’essere affiancato periodicamente da una partecipazione comunale più attiva attraverso un monitoraggio anche tramite la componente politica dell’amministrazione. In questo modo riteniamo che sia possibile garantire servizi che possano offrire maggiori standard qualitativi e che sia possibile anche in itinere un loro miglioramento tramite la ricettività dell’amministrazione nei confronti delle necessità del nostro territorio. Infine, ma non meno importante, è il ruolo che l’amministrazione avrà nel coordinare e nel fare interagire le varie realtà che si occupano di questi servizi fondamentali, tramite tavoli tematici dedicati allo scambio di informazioni, alla co-programmazione ed eventualmente alla riorganizzazione dei servizi a fronte di mutamenti straordinari (cfr. tavolo delle disabilità).

Il servizio sociale di Faenza, oggi Servizi alla Comunità lavora da molti anni, ben prima dell’Unione della Romagna Faentina, come servizi sociali associati con gli altri comuni della Romagna Faentina. Esso necessita di linee guida chiare, ma soprattutto di una gestione coordinata e presente, per operare al servizio di tutta la comunità, e in particolare per le fasce più fragili della popolazione. Va ricostituito questo coordinamento e questa dirigenza, perché con competenza, efficienza, conoscenza del territorio, professionalità. Bisogna affermare la responsabilità sui bisogni sociali da parte dei Servizi alla Comunità, in quanto servizio pubblico direttamente e in più forme connesso alla gestione trasparente, dedicata, democratica della città ed essi (servizi alla comunità) debbono coordinare tutte le risorse pubbliche e private, profit e no-profit, terzo settore e volontariato.

Uno dei primi attori con cui rapportarsi è l’ASP della Romagna Faentina che gestisce il Fontanone e diverse strutture per anziani nella Romagna Faentina, oltre che altri progetti. Asp deve mantenere un profondo profilo di attenzione ai bisognosi e agli ultimi. Interessante la nascita del Tavolo della fragilità che vuole aprire uno spazio di confronto e coordinamento tra i vari soggetti che si occupano di fragilità. Pubblico, AUSL, volontariato, Caritas. È bene che questa esperienza si connetta con i tavoli operativi già attivi e promuova dialogo e piani comuni. Essa è stata in qualche modo stimolata dai tavoli di confronto sui casi multiproblematici convocati da Caritas e SER.T. e dal progetto “la forza della fragilità” che ha prodotto una “Ricerca per il lavoro degno” sul nostro territorio. Ma è necessario riprendere e attuare l’impegno partecipativo dei “piani di zona” che coinvolge tutti gli enti e le risorse del settore in una programmazione pluriennale degli interventi, che negli ultimi anni è andata disperdendosi.

È opportuno che i servizi continuino il sostegno alle famiglie e ai minori, con particolare attenzione alla cura genitoriale e ai progetti individuali. Importanti i tavoli di confronto con gli altri soggetti. Bisogna mettere in campo particolare sostegno alle famiglie numerose o con soggetti fragili. È bene potenziare il lavoro del Centro per le famiglie.

In previsione dell’aumento della percentuale di popolazione anziana sarebbe opportuno aumentare i posti convenzionati nelle strutture per anziani. Inoltre è bene pensare ad una rete di vicinato che diventi prossima agli anziani coinvolgendo la sanità, il privato ed il terzo settore. Partendo anche dagli sportelli di portierato sociale presenti.

Faenza è una città accogliente, scelta da sempre più persone che decidono di lasciare - troppo spesso devono lasciare - il loro Paese. Puntare sull’inclusione, la cittadinanza attiva, l'arricchimento vicendevole tra culture e nazionalità. Valorizzare la Consulta dei cittadini stranieri del comune di Faenza. Consultare e coinvolgere l’associazione il Tavolo del Dialogo Interreligioso e Overall Faenza Multiculturale che raggruppa 40 realtà e associazioni attive a Faenza. Questo anche per costruire una Festa cittadina dei popoli oltre a mostre fotografiche, spazi per l'artigianato dei Paesi di provenienza. Sarà infatti fondamentale anche interfacciarsi con le comunità di stranieri che soggiornano a Faenza per favorire la loro aggregazione tramite concessione di spazi comunali da condividere insieme ad altre associazioni.

Per i richiedenti asilo è necessaria la possibilità di inserimento in lavori di pubblica utilità anche presso associazioni e presso il Comune. Inoltre sarebbe molto formativa la possibilità per i richiedenti asilo di avere  ammissione come uditori nelle scuole (cfr. progetto del liceo Muratori di Modena).

In vista della necessità per gli stranieri di inserimento nella società e nel mondo lavorativo è imprescindibile garantire corsi di insegnamento della lingua italiana e non, considerando anche l’ipotesi di istituirne di aggiuntivi specializzanti per specifici settori e necessità (ottenimento della patente di guida, linguaggio tecnico per necessità lavorative ecc..).

Per le fasce giovanili di stranieri è fondamentale inserire accanto ai corsi di lingua attività di doposcuola con affiancamento di mediatori culturali che possano facilitare l’inserimento in contesti sociali non esclusivamente scolastici. In linea con questo le attività sportive vanno supportate come momento di socializzazione e accesso a servizi fondamentali per la tutela della salute individuale. Necessario un intervento strutturato per consentire l’introduzione di abbonamenti sulla base delle fasce di reddito che consentano una partecipazione allargata e inclusiva per tutte le fasce anagrafiche, specialmente quelle giovanili.

Garantire l’assistenza sanitaria a tutte le persone regolari e irregolari sul nostro territorio, come prescritto dalla Costituzione Italiana e normato da legge.

disturbi psicologici e psichiatrici sono in aumento. È necessario una valorizzazione ed un rafforzamento del Centro di Salute Mentale.

Povertà e fragilità

Bisogna puntare ad un maggiore coordinamento dei soggetti che se ne occupano. Inoltre insistere con il collegamento con il mondo del lavoro, rivalorizzando il Centro dell’Impego (supporto linguistico per stranieri e implemento delle offerte formative) coinvolgendo i soggetti istituzionali e le cooperative perché ricomincino a lavorare con il metodo del S.I.I.L che nato a Faenza è stato motore per la legge regionale di inserimento lavorativo delle persone fragili, ma che ora non è più presente. A questo scopo si potrebbe coinvolgere il progetto Policoro e il “gruppo di lavoro degno” all’interno della Consulta del volontariato.

La casa a Faenza è un bene costoso e spesso raro per chi si trova in una categoria debole o soggetta a pregiudizi, questo nonostante ci siano molti sfitti. sarebbe opportuno cercare modalità per rendere disponibili e accessibili economicamente questi immobili. Oltre che pensare stanze o miniappartamenti per lavoratori poveri (poor workers).

Sarebbe opportuno istituire delle Unità di strada che possano assieme a SER.T, Caritas e altre associazioni incontrare le persone senza dimora che si ritrovano nei parchi, nei pressi del fiume e della ferrovia per poterle seguire da più vicino.

Servizi sociali di Faenza e Disabilità

La nuova amministrazione dovrà tener conto delle esigenze espresse dalle famiglie delle persone con disabilità. 
Come premessa a questo è necessaria una conoscenza più specifica dei servizi sociali del territorio che comprenda una mappatura strutturata dei bisogni delle disabilità in termini di conoscenza delle varie forme di disabilità presenti sul territorio dell’Urf, consapevolezza dei numeri per tipologia, presa in considerazione degli individui e delle fasce di persone esclusi dai servizi, oltre alle conoscenze specifiche annesse. Questo faciliterebbe la gestione degli investimenti da destinare ai vari progetti territoriali, oltre a un’ efficientamento nella decisione degli ultimi.

Le famiglie unite in associazioni si sono a loro volta negli ultimi due anni costituite nel GRUPPO DISABILITA’ FAENZA (ANMIC, Anffas, G.R.D. Autismo Faenza, A Mani Libere). Questo gruppo propone un percorso di miglioramento degli attuali servizi perché pur nella presenza di servizi la presa in carico della persona con disabiltà non viene percepita come soddisfacente dalle famiglie. Spesso gli interventi di sostegno vengono attivati sulle emergenze e non prevedono il coinvolgimento della persona con disabilità. In relazione ai bisogni (numero delle persone), le possibilità di soluzione,ovvero i posti disponibili nei servizi, sono inferiori rispetto alle richieste. 

Per Faenza Coraggiosa è fondamentale il valore aggiunto del Gruppo Disabilità Faenza perchè consiste nell’importante decisione delle associazioni di rappresentanza delle famiglie di mettersi in gioco per una riformulazione dei servizi esistenti e il loro coinvolgimento è una priorità per una lista di sinistra e solidale, inderogabile è l'ascolto di come credono si possa intervenire in loro favore.

E’ necessario quindi mantenere una partecipazione attiva al Tavolo territoriale delle Disabilità, di cui partecipe oltre alle associazioni anche l’amministrazione comunale, come strumento di collaborazione, approfondimento, difesa e tutela delle varie realtà del settore in un dialogo proficuo con le figure politiche locali.

Le famiglie sono sottoposte a sacrifici economici supplementari, inoltre sono preoccupate del «dopo di noi», nonostante la legge n.112/2016“Dopo di noi”, che dopo 4 anni viene attuata ancora in modo sperimentale. E' stata emanata per favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità grave, per il raggiungimento dei quali il legislatore ha previsto importanti strumenti pubblici e privati, questi ultimi accompagnati da significativi sgravi fiscali. 

Senza finanziamenti specifici a sostegno di questa legge, è necessario che il Comune, in attesa di adeguate risorse economiche previste per questa legge, operi concretamente su :

Potenziare gli interventi a sostegno dell’autonomie delle persone con disabilità (bambini e adulti). 
- Realizzando nuovi interventi di sostegno all’autonomia - Realizzare attività laboratoriali da co-progettare e realizzare in collaborazione con altri partner sociali. 

Migliorare/incrementare gli interventi di sostegno a favore dei care givers (famiglie) 
- Realizzare nuovi interventi di formazione, accompagnamento e sollievo per le famiglie. 
Favorire lo sviluppo di relazioni umane significative tra la persona con disabilità, la propria famiglia e la comunità
Realizzare attività di accompagnamento alle persone con disabilità nella fruizione di diverse attività sul territorio/quartiere (conviviali, ricreative, educative, sportive, ecc.) 

Sperimentare percorsi di ben-essere integrati 
Realizzare interscambio di attività (dove possibile) fra le diverse associazioni volti ad incrementare gli ambienti frequentati e l’interazione sociale di volontari tenendo conto dei loro desideri e preferenze. 

Progetti sociali volti a sviluppare l’autonomia secondo i domini ICF - sistema di classificazione della disabilità sviluppato dall'Organizzazione mondiale della sanità gestiti direttamente dalle associazioni:

  • Formazione alle famiglie 
  • Supporto psicologico alle famiglie
  • stage in ristoranti e bar del territorio